I genitori di Adam Seef, un adolescente ebreo appartenente ad una comunità ortodossa modern di Johannesburg, in Sud Africa, mai si sarebbero potuti immaginare che non l’avrebbero visto tornare dal viaggio in Israele organizzato dall’associazione giovanile ebraica Ohrsom Student.

Al suo posto, sono giunti diversi messaggi, scritti sul suo smartphone prima che Adam si togliesse la vita.

«Provare a fingere di essere qualcosa che non sono di fronte a tutti voi sta diventando più difficile ogni giorno che passa, perché non sono l’eterosessuale che fingo di essere. Avrei voluto potervi dire tutto, e so che avreste capito, ma sotto sotto, so che il nostro rapporto sarebbe cambiato», ha scritto Adam in uno dei messaggi indirizzati ai suoi cari, riportati dal quotidiano sudafricano Sunday Times. «Vedo [i miei amici] allontanarsi da me, trovare il successo e l’amore eterosessuale, lasciandomi solo ed isolato».